mercoledì 30 maggio 2012

L'Italia secondo il Financial Times

La situazione economica italiana è  al centro, non solo dell'attenzione nostrana, ma anche di quella oltre oceano.
Dopo aver acclamato Monti, dedicandogli uno speciale del Times, gli americani commentano le vicende italiane con perplessità.
La lucida analisi che emerge dal  Financial Times sull'attuale stallo italiano merita un approfondimento per la capacità di racchiudere in poche righe quello che i nostri giornali non dicono.
L'articolo, "Time slips by for Monti's reform", già dal titolo fa emergere il primo dato sull'etichetta che ci siamo guadagnati negli ultimi mesi: dormienti. Il tempo scorre e qui non succede nulla.
Il risolutore di quella che era, ed è, una situazione disastrosa, per ora non è stato capace di potare in Parlamento reforms in grado di traghettare il Paese dalla crisi alla crescita.
Il dito non è puntato sul governo tecnico, accusato "solo" di aver concesso troppo ai partiti e quindi aver ottenuto poco, ma piuttosto all'immobilismo che caratterizza il Parlamento italiano quando si tratta di grandi riforme.
E senza fare troppa polemica il FT sintetizza i problemi italiani in 3 punti: eccessiva pressione fiscale, debito in aumento (colpa anche di una BCE poco attiva) e spesa pubblica.
Non ci sono giudizi di merito nel descrivere la situazione, ci sono solo dati: ad oggi gli investiori, quelli veri come Cina e Brasile, non vendono più in Italia e hanno smesso di comprare (il debito).
Il circuito vizioso quindi si chiude con un Paese al collasso e i capitali che fuggono invece di arrivare. Nulla di nuovo fin qui, peccato che la conclusione dell'articolo fa trapelare un' agghiacciante verità. Tutti sembrano interessati alle elezioni 2013 e molto meno ad arrivarci con un economia messa meglio di così.
Gli americani adorano screditare e polemizzare ma in questo caso l'analisi è veritiera e merita una riflessione: come si comportano i nostri politici in Parlamento e quanto è facile parlare di riforme e poi non farle?
Se Washington ci vede così come possiamo pretendere che lo spread scenda e il Pil salga? In un era in cui la finanza la gioca da padrone, molto più dell'economia reale, i problemi di fiducia del mercato verso un Italia che non cambia diventano cruciali.
Monti era l'occasione per slegarsi dal cronico sonno dei governi ed andare dritti verso una meta, passata l'emergenza e rimpinguate le casse (se pur in magra misura), si doveva fare di più...
Che queste analisi straniere ci aiutino a porre un filtro critico ai discorsi arrovellati e propagandistici dei nostri bei politici.

martedì 29 maggio 2012

FotoNotte di Virgola


La legge non è uguale per tutti

Una città: Genova. Un nome: Diaz.
Immediatamente il sangue si ghiaccia, riaffiorano le immagini del massacro avvenuto nella scuola nel lontano 2001.
Le motivazioni pubblicate dalla Corte di Cassazione in merito ad uno dei tanti processi legati al fattaccio, riaprono il caso e lo sdegno.
Il processo in questione riguarda l'allora Capo della Polizia De Gennaro (attualmente sottosegretario alla Presidenza del Consiglio) e l'ex capo della digos di Genova Mortola, entrambi condannati dalla Corte d'Appello di Genova ad una reclusione superiore ad un anno. La Cassazione scrive che a carico di De Gennaro non sussistono prove a sostegno dell'accusa di induzione alla falsa testimonianza, la Corte riconosce la gravità dei fatti accaduti alla Diaz, ma scagiona chi fu accusato di esserne il mandante.
E' difficile giudicare e commentare da un punto di vista strettamente giuridico tale sentenza ma a prescindere dagli atti, l'idea che il capo della Polizia, coinvolto al 100% in tutte le decisioni di ordine pubblico del G8, fosse all'oscuro di tutto è difficile da digerire. Tra l'altro l'accusa sarebbe dovuta essere molto più di una falsa testimonianza o relativa induzione. Quella fu una notte in cui tutto venne studiato nei minimi dettagli, si cercarono prove inesistenti (le famose molotov), si decise l'ora dell'irruzione e si pianificarono in anticipo le versioni della storia che sarebbero state raccontate.
Se non era il capo della Polizia, se non era il capo della Digos chi era il mandante di quella macelleria? E' davvero difficile pensare che un funzionario o un commissario decisero tutto da soli.
A Giugno il processo che vede coinvolti i poliziotti che furono le "mani" di quella mattanza si pronuncerà sulla loro definitiva colpevolezza. Ma possibile che c'è un esecutore ma non un mandante?
La sensazione è che i piani alti abbiano avuto gli strumenti idonei per difendersi dalle pesanti accuse, che siano stati i primi beneficiari di quell'omertà che caratterizza talvolta le forze dell'ordine. E poi ci sono i sottoposti, quelli che gli ordini li eseguono e non li danno, quelli che il manganello lo usano direttamente e si sporcano le mani. Loro saranno difesi? Loro saranno compresi?
Tutti dovrebbero pagare per questo agghiacciante episodio, da chi la decisione l'ha presa a chi quella decisione l'ha attuata. Perché da un lato non si doveva organizzare quella retata, dall'altro chi in quella scuola ci è entrato avrebbe potuto fermarsi prima del massacro e non l'ha fatto.
Intanto la giustizia fa il suo corso e i vertici son salvi. La legge è uguale per tutti...o forse no.

lunedì 28 maggio 2012

Il buono, il brutto e il cattivo

Della serie o tutti o nessuno, anche per la sinistra è tempo di provocazioni e/o proposizioni.
Ieri, per la prima volta insieme, Di Pietro e Vendola hanno dichiarato la loro linea comune nel voler risvegliare la sinistra; il leader dell’ Idv e della Sel, ospiti a la 7, dichiarano guerra ai corrotti e vogliono anticipare il “capo”.
Che i due non si rispecchino nella linea di Bersani non è una novità e neppure che Di Pietro veda al Movimento 5 Stelle come un possibile alleato (che però ha già respinto l’invito).  Il punto è che per ora sembrano solo chiacchire, l’idea del neo costituito duo è di vincere allargando a più non posso i fronti delle alleanze.
E più loro spingono verso l’esterno più  Bersani sembra propendere per un grande centro con Casini e compagnia.
Quindi il buono e il brutto si alleano e tirano in ballo il cattivo.
Lo scenario però appare prevedibile e non certo nuovo, si farà una specie di remake dell’Ulivo dove da una parte c’è chi vorrebbe rivendicare idee sinistrodi in un centro moderato, e dall’altra chi vuole dentro di tutto un pò, purché non sia targato Berlusconi.
E’ presto detto che se si parte con tutte queste divisioni di vedute sulle alleanze non si va molto lontano.
Dare un’alternativa è quello che la sinistra, per come la conosciamo oggi, ha smesso di fare.
Il punto è che si dovrebbe lavorare sui programmi prima e sulle alleanze poi.
E come gli impasti di Silvio convicono poco, anche questo caos nel centrosinistra non è propio di buon auspicio.
La sensazione è che tutti sanno che in Parlamento ci rifiniranno, stanno solo decidendo con chi.
Mentre il gioco preferito di ogni schieramento sembra essere mettere pausa e pensare al 2013, i tecnici cercano di salvare il salvabile senza costruttiva collaborazione degli stessi.
Nel frattempo però si parla tanto di quello che si farà, poco di come lo si farà e per niente di ciò che è stato fatto.

venerdì 25 maggio 2012

La riscossa di Mr B.

Ne stiamo vedendo di ogni..il ritorno di Silvio, i grillini che impazzano nei comuni emiliani e Italia Futura di Montezemolo che forse si presenterà alle politiche del 2013. In tutto ciò il PD sembra scomparso e l’UDC un ricordo.
Ce n’é per tutti i gusti in questo momento di grande sconquasso per la vita politica del Paese.
Bene il rinnovamento, bene le nuove proposte ma l’impressione è sempre che le facce sono quelle e le proposte altrettanto. E anche i tanto outsiders grillini stanno incappando in queste ore nel cronico malessere dei partiti italiani: le divisioni interne e le polemiche.
Il tutto genera nell’elettore medio, che si accingerà al voto tra pochi mesi, un senso di disorientamento e squallore che nessuno ha ancora raccontato.
E nel bel mezzo di questo marasma, spunta fuori una proposta dall’accoppiata Berlusconi-Alfano a dir poco ridicola. Riformiamo la Costituzione a tal punto da far diventare il nostro sistema un semipresidenzialismo alla francese. Ma siamo impazziti?
Nulla togliere al sistema d’oltralpe che ha i suoi vantaggi e sicuramente garantisce maggiore governabilità al Presidente e al Primo ministro, ma in Italia sarebbe realizzabile?
Questa uscita del papi sembra essere come al suo solito solo fumo per i suoi giornali.
Il Parlamento non riesce a votare una riforma decente sul lavoro, sulla giustizia, sul sistema elettorale e la proposta è addirittura una riforma in questo senso.
Non ci riusciranno mai e Silvio questo lo sa bene, ma in vista delle elezioni oltre a blaterare riforme del suo partito, inventa proposte rivoluzionarie che lo ripiazzano esattamente dov’era. In un qualsiasi altro Paese lui sarebbe in carcere, non sarebbe mai diventato un politico e soprattutto, dopo l’ultima agghiacciante legislatura, si sarebbe dimesso. Invece rispunta fuori con questa follia mascherata da innovativa proposta.
E’ vero il Parlamento italiano soffre di una cronica paralisi (causata in gran parte dalla nuova legge elettorale voluta dallo stesso PDL, (vedi anche "Nuova legge elettorale, ESIGIAMOLA) che permette una frammentazione estrema, resa ancor più grave dalla tradizionale attitudine ad essere tutti amici nelle liste pre-voto e tutti nemici una volta arrivati in Parlamento.
Quindi chi vince, con maggioranze risicate, soffre anche di crisi interne e non combina nulla di buono.
Ed allora mio caro Mr. B sapete di cosa vi dovete occupare?
Punto primo:  ripensate seriamente alla legge elettorale
Punto secondo:  portate in aula esempi votando finalmente la riduzione dei parlamentari e degli indennizzi
Punto terzo: riducete la pressione fiscale sulle aziende controbilanciandola con la patrimoniale, in modo da rilanciare la produzione ed il consumo
Punto quarto: battetevi in Europa su proposte serie per la crescita e uniformate le politiche fiscali in modo da convincere la Germania a concedere gli Eurobond(vedi anche Merkel VS Eurobonds)

Che si dica agli italiani che non sarà il presidenzialismo a salvare il Paese, perchè il punto non è la forma ma la sostanza.
Il problema è chi dice e poi non fa...mio caro Mr B. 

giovedì 24 maggio 2012

FotoNotte di Virgola

                                                            E' già CAOS

E' tempo di riforme

Via alla riforma del lavoro targata Fornero, oggi il ddl è stato approvato in Commissione al Senato.
Il testo è stato oggetto di dibattito per mesi ed oggi torna ad affondare duro anche il neo Presidente di Confindustria Squinzi, dichiarandosi insoddisfatto.
La riforma smuove alcune lacunose ombre del sistema del lavoro italiano (compresa parte dell'articolo 18, su cui si è fatta una polemica indecentemente strumentalizzata, che meriterebbe un approfondimento separato).
Il punto focale del testo, interessante soprattutto per noi precari/giovani/sfruttati, è che si sta tentando di arginare un fenomeno imbarazzante, quello dei Co.Co.Pro con retribuzioni ridicole. Entrerà finalmente in vigore il limite salariale minimo, calcolato sulla base media della retribuzione dei contratti collettivi. Non è abbastanza ma è almeno un passo per disincentivare il vergognoso e legale sfruttamento dei, generalmente neo assunti, collaboratori. Il contratto a termine senza causale passerà invece, da una durata massima di sei mesi ad un anno. Ma questo tipo di contratto è più garantista del Co.Co.Pro e quindi allungare il limite dei mesi possibili è un passo verso le imprese che impatta meno sui lavoratori. Altra mossa a favore del datore di lavoro è quella di poter aumentare il numero di apprendisti (contratto ad hoc), oltre il 50% dei dipendenti. Unica punta di diamante, di una riforma non propiamente ben fatta, è l'obbligo entro il 2016 del pareggio salariale tra uomini e donne ricoprenti medesime figure professionali.
Questi risultati non sono esaltanti e di lavoro da fare ce n'è ancora molto. Putroppo sul tavolo delle negoziazioni c'è stato un ostruzionismo indecente dei sindacati, che tutto tutelano meno che gli interessi dei giovani lavoratori, e dall'altro lato una classe imprenditoriale talmente strozzata dal fisco che è costretta a risparmiare sulla pelle dei dipendenti.
La nostra generazione meriterebbe contratti a tempo indeterminato, garanzie salariali e pensionistiche. Nulla di tutto ciò è fattibile perché stiamo scontando il marciume di un sistema che per oltre 30 anni ha reso impossibili i licenziamenti fino al saturamento del mercato del lavoro, nel pubblico quanto nel privato.
Così non si va da nessuna parte.
La Fornero ce la mette tutta ma il problema reale è la pressione fiscale. Se le aziende pagassero meno tasse e avessero incentivi nell'assumere giovani con contratti a tempo indeterminato, il problema dell'indecente trattamento riservato alle nuove leve, si arginerebbe.
Ma abbassare le tasse vorrebbe dire meno soldi nelle casse dello Stato che mai come questo periodo ha bisogno di riempirle.
Il problema quindi è complesso e troppo facile da strumentalizzare.
I tecnici hanno le mani legate dalla necessità di far quadrare i conti in primis, poi vengono le riforme e dopo ancora quelle fatte bene.
Le cose stanno così non per colpa dell'attuale governo ma per colpa di quelli passati.
E' necessaria una chiara ed esaustiva informazione su questa riforma, affinché tutti si rendano conto che chiunque prometta di risolvere i problemi con la bacchetta magica è un inaffidabile millantatore.

mercoledì 23 maggio 2012

FotoNotte di Virgola

                                                                 

L'abito non fa il monaco

Che le amministrative abbiano creato scompiglio non vi è alcun dubbio. Alle politiche manca poco e ad oggi nessuno schieramento può contare su una vittoria netta.
Allora il M5S si prepara a creare scompiglio in questo caos, nel PD si studia una proposta di legge elettorale che possa far raccimolare un pò più di seggi e nel PDL si tenta il colpo di scena.
Ebbene si, il caro Silvio Berlusconi che gran parte credeva finito, è pronto a risbucare dal cilindro. Scardina il PDL in una notte, elimina Alfano e dichiara che il nuovo ipotetico partito o movimento imparerà da Grillo.
Tralasciando la gestione del partito come se fosse una delle sue aziende, è legittimo chiedersi: ma davvero gli elettori saranno così ciechi da poter essere ingannati da un cambio d'abito?
Se il partito di Silvio si trova in questa situazione è perché nell'ultima legislatura ha fatto solo danni.
Non si tratta di antiberlusconismo ma di fatti.
L'Italia entrava in quella che sarebbe stata la maggior crisi economica dai tempi del dopoguerra e il caro PDL ha pensato di eliminare l'ICI (mossa contro cui anche Monti ha puntato il dito), prosciugando ancor di più le casse dello Stato. Invece di intervenire su riforme strutturali il Parlamento è stato paralizzato da infiniti emendamenti proposti sulla riforma della giustizia, creata ad hoc per salvare il papi dai processi in corso. La credibilità dell'Italia a livello internazionale, anche grazie alle scandalose vicende legate a Ruby, è andata naufragando. Si sono tagliati fondi alla scuola senza uno straccio di piano per il miglioramento dell'efficienza. Gli italiani sono stati presi in giro con i sorrisi in tv mentre il Paese stava per essere commissariato dalla Germania. Ci si distraeva parlando delle serate ad Arcore mentre il mercato del lavoro si contraeva sempre di più.
L'Italia poteva intervenire sulla crisi con due anni di anticipo e non è stato fatto.
Questo ha decretato la disfatta del partito e del suo indiscusso leader.
Mi auguro che gli elettori del centro destra siano vigili e attenti, l'abito non fa il monaco.
Se il partito dell'amore si trasformerà travestendosi da movimento popolare, appoggiando liste civiche o candidando facce pulite, non fatevi ingannare. Dietro c'è il solito gruppetto di vecchi e  prepotenti faccendieri attenti ad obbedire ad un unico padrone. Fermiamo questa tradizione tutta italiana di smontare e rimontare i partiti ma non i loro componenti. Abbiamo il dovere morale e civico di pretendere un rinnovamento della classe politica e questo rinnovamento non passerà certo attraverso un Silvio ripulito.

martedì 22 maggio 2012

FotoNotte di Virgola

                                         Davanzo, la rivoluzione e le nuove Br

"Dopo Stalingrado.. Berlino". Stiamo calmi Sig. Grillo

Virgola tona ad occuparsi del fenomeno "5 Stelle", all'indomani della vittoria schiacciante del primo grillino in una città capolugo come Parma.
Si sta scrivendo di tutto su questo giovane politico, mi correggo cittadino.
Si parla del sogno dell'uomo comune che arriva alla carica più altra della città, del fenomeno "rappresentanza dal basso" che questo ragazzo incarna, dello schiaffo agli storici partiti e chi più ne ha più ne metta.
Pizzarotti ha stravinto a Parma per un'unica semplice ragione: è un cittadino come gli altri. Ha lavorato fino a quindici giorni fa, ha fatto una campagna elettorale basata su un messaggio chiaro e semplice di trasparenza e partecipazione e non ha nulla a che fare con le carrirere lunghe e tortuose che si intraprendono nei partiti "vecchia scuola". Per fare il sindaco bisogna essere concreti, onesti e se possibile innovativi perché è dalle città che si sperimentano i progetti di partecipazione diretta.
Lo staff che ha supportato questo nuovo volto ha fatto un buon programma, concreto e moderno, che va diretto alle problematiche della città (inceneritore, bilancio in pareggio, riciclaggio, informatizzazione).
Quindi in bocca al lupo al ragazzo sconosciuto che tenterà di amministrare una città con idee nuove  e un po' di incoscienza. E' giovane, è sveglio e se saprà sviluppare il programma senza intoppi gli diremo anche bravo!
(progamma elettorale di Pizzarotti: http://parma5stelle.it/wp/wp-content/uploads/downloads/2012/04/Programma-Definitivo-v1.1.pdf)

Lo scetticismo quindi non è verso di lui o verso questa scelta dei parmensi di dare una chance a chi di politica ne sa poco, ma vuole rendersi utile. Lo scetticismo è sull'intorrerabile eco dei giornali che commentano l'episodio gridando alla rivoluzione. E Grillo, che di comunicazione se ne intende, non fa altro che cavalcare la cresta dell'onda. Cita in libertà Stalingrado e Berlino, con chiaro riferimento all'Armata rossa, all'avanzata verso il cuore della Germania alla fine della seconda guerra mondiale e soprattutto  a Stalin.
Vogliamo forse paragonare il Movimento 5 Stelle alla rivoluzione comunista? E' pensabile invocare alla presa di Roma come la Berlino del terzo Reich? E potrei continuare con altri milioni di assurdità legate a questa provacazione.
Se i grillini dovranno dimostrare di saper fare politica anche dalle poltrone oltre che dalle piazze, il loro leader o presunto tale dovrà dimostrare serietà e adeguatezza. Non c'è nulla di male a proporre una politica nuova e partecipativa ma quando si invoca ad una guerra le cose cambiano.
Stiamo calmi Sig. Grillo.

lunedì 21 maggio 2012

FotoNotte di Virgola

                                                               Staremo  a vedere..

domenica 20 maggio 2012

Quel maledetto weekend

19-20 Maggio 2012. Queste son due date che ci ricorderemo.
L'Italia si sveglia alla luce di una strage ai danni di innocenti studenti e di un terremoto violentissimo che colpisce l'Emilia Romagna.

Due tragedie diverse, difficili da assimilare che però hanno in comune il lungo tempo che ci vorrà per ricostruire. Si tratterà da una parte di ricostruire la fiducia verso una società impazzita e dall'altra di ricostruire, oltre le macerie, un futuro per i comuni coinvolti.
L'augurio è che nessuno dei due episodi cada nell'oblio.

La paura che si palesa, all'indomani di questi episodi, è che il nostro sistema giudiziario non sarà in grado di punire in maniera esemplare i responsabili delle bombe a Brindisi. Tre ordigni posizionati volontariamente all'ingresso di una scuola, fatti esplodere per uccidere. Bisogna trovare chi è stato, capire perché e fare giustizia.
Fa rabbrividire l'idea che a 43 anni dalla strage di Piazza Fontana non sia stato dichiarato nessun colpevole. Gli episodi non sono assimilabili, i periodi storici tanto meno e il parallelismo sembra azzardato. Ma il vizio tutto italiano dell'incompiutezza di alcune cruciali indagini è purtroppo parte integrante della storia del nostro Paese. Bisogna ricordare, denunciare l'inammissibile epilogo di quell'episodio e cogliere questa tragica occasione per tornare a farlo.  Che i colpevoli paghino e che non vi sia nessuna omertà.
(per maggiori dettagli sulle indagini incompiute:
http://it.wikipedia.org/wiki/Strage_di_piazza_Fontana)

Passando al secondo giorno nero di questo fine settimana, la denuncia doverosa è legata all'indegno status in cui versa l'Aquila a tre anni dal terremoto che ne ha segnato il destino. I paesi coinvolti in quel terribile sisma sono ancora sommersi dalle macerie. Famiglie intere non sono ancora sistemate nelle case che avrebbero dovuto risolvere, in un anno, il problema dello sfollamento. Gli esercizi commerciali del centro del capoluogo sono ancora chiusi perché il cuore dell'Aquila è ancora come ce lo ricordiamo dalle immagini di repertorio.
Eppure sono stati erogati fondi speciali e nominati fior fiore di esperti per gestirli. Che sia la burocrazia, la corruzione o l'inaffidabilità degli amministratori la situazione abruzzese è inaccettabile e abbiamo il dovere di ricordare.
Mi auguro che all'Emilia non tocchi lo stesso destino.
(per maggiori informazioni sullo status attuale dei comuni coinvolti dal sisma 2009:
http://cronacaeattualita.blogosfere.it/2012/04/laquila-terremoto-2009-reporters-ci-racconta-la-citta-tre-anni-dopo.html)

Il parallelismo non vuole aggravare con peso polemico la drammaticità delle due tragedie. Che il passato sia un monito. Auguriamoci che Brindisi e Modena, legate da questo doloroso weekend, diventino il simbolo della buona Italia, quella che sa reagire e che sa ricostruire.





venerdì 18 maggio 2012

FotoNotte di Virgola

                                             Congratulations Mark...ma se fossi stato italiano?

In Francia si, qui no

Il neo Presidente francese rispetta il primo punto delle promesse elettorali: decurtare gli stipendi al governo.
Nel primo Consiglio dei Ministri guidato da Jan-Marc Ayrault si mette nero su bianco il - 30 % per ministri e segretari di Stato. Da 14.200 a 9.940 euro per i primi e da 13.490 a 9.943 euro per i secondi. A breve toccherà anche a Hollande e a Ayrault (da 21.300 a 14.910), appena verrà rivista la legge finanziaria che invece regola gli stipendi dei due.
L'opposizione, pronta con la polemica, replica che il nuovo esecutivo costerà di più ai contribuenti perché i ministri son duplucati e quindi questa sembra essere una buona mossa di marketing.
Se pur fosse la mossa è piacuta. Hollande dimostra di rispettare gli elettori e decide che i sacrifici cominciano dall' Eliseo. Anche se il totale in cassa non cambierà comunque ogni membro del governo costerà meno.
Il concetto alla base è l'esempio.
La Francia dovrà guadagnarsi una nuova fiducia in Germania e battersi per un cambio di rotta verso la crescita in Europa. Questa è la vera sfida. Intanto il Paese continua a risentire della crisi e della poca competitività dei prodotti made in France, quindi i sascrifici ci sono e ci saranno.
Allora si comincia per bene a fare economia e si parte da chi problemi in banca non ne ha.
Questo non cambierà le sorti del Paese, se i conti non tornarno continueranno a non tornare, però gli elettori hanno la sensazione che il Presidente promette e mantiene e che son finiti i tempi dei balli pomposi a Palazzo.
L'esempio è cruciale. E' fondamentale nei genitori verso i figli, negli insegnati verso gli studenti e ancor più nei politici nei confronti del popolo. L'esempio è lo strumento con cui si crea fiducia. La fiducia crea ottimismo e l'ottimismo è nemico del malcontento.
In Italia, dopo 20 anni di berlusconismo, il concetto di esemplarità delle azioni politiche si è dissipato fino a scomparire. E quindi nessuno si stupisce se una velina diventa ministro o se i nostri parlamentari tra stipendi base e indennità arrivano a 15.000 euro al mese.
Possibile che il nostro Parlamento non riesca a votare una legge che decurta a tutto il cucuzzaro almeno il 50% degli stipendi? Mario Monti ci ha provato a rinunciare alla sua indennità da Presidente del Consiglio, sperando che il messaggio passasse anche ai piani inferiori, e invece niente. Tutti in aula pronti al voto quando si tratta di dire No ad ogni decurtazione (o Si per finta: http://politicaesocieta.blogosfere.it/2012/01/stipendi-parlamentari-2012-taglio-di-1300-euro-lordi-al-mese-ma-ce-linganno.html).
Lo spread vola, l'economia è in recessione, il debito sale e le tasse si moltiplicano. Si stupiscono degli attacchi ad Equitalia e dell'ondata di suidici. Possibile che non si riesce a dare un esempio, un messaggio a questa Italia così insoddisfatta?
Inviterei a riflettere, a proposito di informazione, su come la notizia della mossa-Hollande sia in prima pagina sul Fatto Quotiano, è un trafiletto su Repubblica non accennando alla replica dell'opposizione e non compare sul Corriere della Sera.
Povera Italia e poveri italiani...

giovedì 17 maggio 2012

FotoNotte di Virgola

                                                    Quello che (non) ho è più tv così

Nuova legge elettorale, ESIGIAMOLA

Dopo il risultato delle amministrative che ha decretato la disfatta del PDL e il declino del PD a Palazzo c'è un gran da fare per capire come, dove e se modificare la legge elettorale prima delle politiche 2013.
Napolitano incita alla riforma da mesi, il trio (Alfano, Bersani, Casini) aveva fatto finta di lavorare ad un accordo, ma ad oggi nulla di fatto.
Perchè?
La legge elettorale è uno strumento legale di manipolazione dei voti. Qualsiasi sistema si scelga privilegia o penalizza qualcuno, è matematica c'è poco da discutere. Se la priorità è la stabilità, e quindi gruppi compatti in Parlamento, si deve sbarrare l'ingresso ai i più piccoli e optare per un sistema maggioritario. Se si predilige la maggiore rappresentanza possibile, serve poco sbarramento e il sistema proporzionale.
Il sistema attuale, detto Porcellum, funziona in sintesi così:
Le liste sono bloccate, a differenze delle amministrative, l'elettore si limita a preferire una lista presentata dal partito senza sapere a chi spetteranno i seggi in Parlamento. I partiti hanno la massima libertà di scegliere chi occuperà effettivamente le poltrone. Lo schieramento che ottiene la maggioanza relativa dei voti ha diritto al premio di maggioranza che gli assicura almeno 340 seggi alla Camera.
E' prevista la possibilità di coalizioni che raggruppano differenti liste di partiti. Vige una soglia di sbarramento che varia dal 10% al 20% tra Camera e Senato (che scende al 4% o 2% se si tratta di liste non in coalizione). Si distribuiscono poi i seggi in palio seguendo il metodo proporzionale.
La sintesi è che le grandi coalizioni, una volta messo piede in Parlamento, se la suonano e se la cantano.
Noi elettori non sappiamo chi effetivamente ci rappresenta.
Bisogna ESIGERE un cambiamento. Questo stistema ha fatto sì che i governi cadessero per liti interne alle coalizioni e che nessuno ci rimettesse la faccia. Che si spartissero seggi come fossero fiches.
La Corte Costituzionale ha respinto la proposta di referendum promossa da Di Pietro-Prini (1milione e 200mila firme) dichiarandola innammissibile (per saperne di più sulle motivazioni http://www.federalismi.it/ApplMostraDoc.cfm?Artid=19458).
Quelsto tentatativo (seppur perdente in partenza perché era impensabile abrogare la legge senza votarne una nuova)  è stato l'unico che incitava ad un cambiamento.
Il punto focale è che le firme hanno dimostrato l'assurdità di questo sistema e il malcontento popolare a riguardo. Bisogna occuparsi della riforma e farlo in maniera seria. Noi elettori meritiamo che il sistema elettorale rispecchi le nostre volontà e chi abbiamo eletto ha il dovere di ascoltare.
Bisonga poter eleggere i rappresentanti direttamente, con aggiustamenti maggioritari o proporzionali poco importa.
Serve informazione sulla legge elettorale, bisogna far capire a chi non è pratico di numeri e politica che questa deve essere una priorità. Approfondimenti su giornali  e tv dove invece si parla del delitto della Rea e degli ascolti di Saviano.
Con il sistema così com'è nel 2013 ci ritroveremo il trio ai primi banchi di Montecitorio e forse un grillino sparso qui e là.



mercoledì 16 maggio 2012

FotoNotte di Virgola

Finalmente indagati

Ma Grillo cosa ci guadagna?

Mancano 48 ore al tanto atteso comizio di Parma dove Grillo dedicherà la sua arringa al candidato sindaco Pizzarotti, in corsa con il Movimento 5 Stelle contro Bernazzoli (centrosinistra). Parma è il primo grande comune dove i grillini arrivano così in alto quindi gli occhi sono puntati tutti lì, compresi quelli della stampa estera (truppe della CNN attese a Parma nel weekend).
Staremo a vedere chi la spunterà, se il giovane sindaco tutto ambiente e trasparenza o il Presidente della Provincia, meno giovane, meno trasparente ma sicuramente con esperienza sul campo molto più dell'altro.
L'esponenziale attenzione verso questo duello e l'elogio mediatico al M5S fanno spuntare però un legittimo dubbio.
Chi ha portato il movimento dov'è è certamente Grillo, con i suoi comizi populisti, le sue invettive contro chiunque e la sua satira trasformata in politica. Si è poi circondato di bravi ragazzi che piazza in prima linea nelle liste elettorali. Si impegna a sostenerli dedicando tutte le sue energie alla stesura di programmi allettanti pubblicizzati dai suoi attesissimi show. Ma infondo, perchè?
E' davvero impegno civico senza nessun tornaconto personale, se non la popolarità?
Non ambisce realmente a nessuna carica?
Non si candiderà mai in prima linea?
Intanto il marchio del movimento è stato registrato a suo nome, lui ne è il fondatore e propietario. Non c'è nulla di male, si intende, ma tanto trambusto per cosa?
Grillo non è Madre Teresa quindi insospettisce questo suo apparente disinteresse per le cariche nonostante il sodalizio con la causa civile. Se l'obiettivo non è la poltrona, qual'è?
Si certo il suo blog è diventato una miniera d'oro visti i visitatori, le piazze le riempie senza problemi ma..cosa guadagna?  Non è che si tiene per poi spuntare al gran finale per le politiche del 2013?
Non sarà mica che dopo indagati, mafiosi e porno star ci troviamo in Parlamento il comico capellone?

A me piace l'idea di partecipazione diretta che il movimento sostiene, mi piacciono i suoi candidati ma questo fatto che il leader (perchè Grillo questo è) non si espone fino infondo invece di convincermi mi inquieta.

martedì 15 maggio 2012

FotoNotte di Virgola


Grecia dentro, polemiche fuori

Al termine della riunione dei ministri delle Finanze dei 17 paesi dell' eurozona, svoltasi ieri a Bruxelles, si respira un' aria più distesa. Nessun dubbio e tutti compatti nel ribadire che l'uscita della Grecia dall' euro non è auspicabile nè tanto meno voluta. Il Presidente dell'eurogruoppo Junker ha lasciato poco spazio alle discussioni: "Vogliamo mantenere la Grecia nell’euro e faremo tutto il possibile perchè ciò accada".
E' pur vero che i greci ce la stanno mettendo tutta per far indispettire l'Europa. Non si riesce a formare un governo, soprattutto a causa del frammentatissimo risultato elettorale, e l'ipotesi di un arrabattato governo tecnico fa crollare le borse a picco. Purtroppo la situazione politica interna della Grecia è se possibile più grave di quella esterna. Popolo insoddisfatto, immobilismo dei vecchi partiti, disagio sociale radicato in movimenti estremisti. L'economia è in recessione da un anno e i conti non quadrano. Se l'Europa non erogherà la seconda tranche di prestito accordata, il Paese rischia il default.
Ma l'Europa la Grecia non la molla ed ecco spiegato il perché:
- I trattati non prevedono e non menzionano la possibilità di uscire dalla moneta unica. L'uscita ellenica sarebbe non solo impossibile a livello giuridico ma creerebbe un precedente pericoloso per la stabilità dell'eurozona.
- La Germania e la Francia sono tra i primi investiori nel paese e detengono buona parte del debito greco. Grecia insolvente = perdita di miolioni di euro per entrambi.
- I meno forti dell'Unione si batteranno affinché gli aiuti vengano accordati perché se affondano i greci, il giorno che la crisi toccherà seriamente Italia e Spagna (in lizza per il prossimo default), non ci sarà nessun salvagente.
- La Grecia senza euro sarebbe destinata ad una recessione incalcolabile. Sì, l'eventuale nuova moneta sarebbe svalutata a tal punto da rendere i prodotti greci competitivi rispetto ai concorrenti europei, ma sarebbe un vano barlume. Se la Grecia non sistema i suoi conti e non ottiene prestiti, euro o no comunque non ce la farebbe.

Quindi basta con le polemiche ribadiscono i 17, si lavora per mantenerla dentro e non servono allarmismi.
Bisogna augurarsi che dall'altra parte del Mediterraneo ci credano che Bruxelles non li abbandona e che questo serva a dare un pò di stabilità.
Non è colpa dell'euro se la Grecia sta così ma è dovere dell'eurozona fronteggiare la crisi del sistema, perché di questo si tratta.

lunedì 14 maggio 2012

FotoNotte di Virgola


Finanziamento pubblico ai partiti: Si / No?

Di Pietro ha consegnato oggi in Parlamento una proposta di legge, con 200 mila firme a seguito, che chiede l'abrogazione del finanziamento pubblico ai partiti. La questione è quantomai attuale visti gli scandali che hanno travolto recentemente i maggiori partiti italiani, senza distinzione tra destra e sinistra.
In Italia la legge che autorizzava al finanziamento pubblico venne abrogata con un referendum del '93 e praticamente reintrodotta nello stesso anno sotto forma di rimborsi elettorali.
Come la maggior parte delle leggi del nostro Paese il fondamento è più che logico: evitare la corruzione politica sotto forma di finanziamenti privati ai partiti, garantendone quindi il sostentamento attraverso contributi pubblici.
Norme analoghe esistono in Francia, Germania e Spagna.
Negli States dove campagna elettorale è sinonimo di campagna commerciale, le lobby riescono ad influenzare i programmi dei candidati in maniera scandalosamente esplicita. Negli USA i partiti che accettano i finanziamenti pubblici non possono attingere ai fondi privati e quindi nessuno effettivamente ne usufruisce. Noi siamo contenti che il modello italiano ed europeo siano lontani da questo, ma possibile che scacciare un tipo di corruzione debba inevitabilmente condurci ad un'altra?
Il punto è che un ripensamento dei contributi elettorali ai partiti sarebbe semplice: rimborsare in base alle reali spese sostenute con fatture e bilanci alla mano, slegando quindi i rimborsi da logiche proporzionali sul numero dei seggi ottenuti e vincolandoli alle effettive spese. Questo garantirebbe funzionalità e trasparenza.
Perché è così difficile apporre tale modifica?
Gli interessi in ballo sono tanti, troppi. Questi fantomatici rimborsi rappresentano una miniera d'oro per chi  amministra i bilanci dei partiti in questione. E così staccare l'assegno per il Trota o per la valletta di turno diviene una mossa semplice e indolore.
Se queste somme fossero investite all'interno del partito per promuovere campagne, convegni, formazione politica cadrebbe il senso dell'opposizione alla norma.
Invece ci troviamo davanti all'ennesima gestione privata di soldi pubblici ed allora il No è secco e senza possibilità di trattativa. No alla legge così com'è, Si al finanziamento.

domenica 13 maggio 2012

Contro l'aborto Alemanno in prima fila

La manifestazione tenutasi oggi a Roma, "Marcia per la vita", ha radunato centinaia di persone appartenenti ad associazioni cattoliche, movimenti come Forza Nuova e Militia Christi etc..Insomma di tutto un pò.
Slogan del raduno : "Basta omicidi di stato", "Donne favorevoli all'aborto, donne assassine" e chi più ne ha più ne metta.
Oggetto della discordia la legge 194, che permette l'aborto entro i 90 giorni dal concepimento e nel quarto e quinto mese di gravidanza solo per scopi terapeutici. La legge, ormai in vigore dal '78, rappresenta il baluardo di anni di lotta femminista contro gli aborti illegali. Il principio che ne è alla base, è mettere la donna nelle condizione di esercitare un diritto in un contesto sanitario adeguato e tutelato. 
La polemica sull'etica di questa legge è antica almeno quanto la sua storia e il dissenso di tutte le associazioni cattoliche e partiti affini non è certo un mistero.
Perciò il diritto di manifestare si concede a tutti anche a chi utilizza una retorica obsoleta, a mio avviso. 
Il problema alla base della manifestazione è la scandalosa partecipazione con la fascia di sindaco di Gianni Alemanno. Liberissimo di partecipare come cittadino, come cattolico, come uomo di estrema destra o come militante ma NON come primo cittadino. Lui stamattina non ha rappresentato tutti noi in nome del diritto alla vita, alla pace o alla libertà, come si confà a chi ricopre cariche istituzionali. Ha rappresentato tutto il comune sullo sfondo di una manifestazione di estremisti.
Il patrocinio si concede a manifestazioni che sostengono lo Stato, i diritti politici e gli ideali laici NON a questo genere di iniziative.
Alemanno dichiara: "Io sono qui soltanto a dire che noi siamo per i valori della vita. Questa manifestazione è nata dal basso, senza nessuna sponsorizzazione politica, è veramente l'espressione di una domanda di vita''. Reputo inconcepibile e gravissima la sua presa di posizione sfilando accanto a radicali cattolici e organizzazioni xenofobe. 
Nessuno dovrebbe sfilare contro un sacrosanto diritto espressione di uno Stato laico, tantomeno il primo cittadino che quello Stato lo rappresenta.





venerdì 11 maggio 2012

FotoNotte di Virgola


Obama, No we can't

Corre la lancetta verso le presidenziali USA e Presidente è gia in piena campagna elettorale.
Dopo l’outing sui matrimoni gay ieri è toccato all’economia.
L’inquilino della White House ha annunciato i buoni segnali di ripresa dell’economia statunitense che rispetto al passato triennio ora si trova finalmente in surplus di bilancio (59 miliardi di dollari rispetto all’ aprile 2011).
Questo risultato è frutto di un impegno massiccio da parte delle autorità americane a sotegno della ripresa economica attraverso ingenti iniezioni di liquidità. La  strategia ha permesso alle banche di concedere prestiti per gli investimenti e quindi agli Stai Uniti di ripartire.
In Europa non sta andando propio così.  Obama punta il dito contro il vecchio continente, sostenendo che le politiche adottate fin ora non sono soddisfacenti e sopratutto ostacolano la ripresa USA. Uno dei maggiori partner commerciali statunitensi siamo noi, se qui la domanda si contrae e i consumi sono ai minimi, laggiù si vende meno.
La bocciatura USA è comprensibile. L’ America terra di pragmatici sognatori, dove il lavoro più che un dovere è  un diritto, non poteva non reagire. Si decide tutto e in fretta. Le Banche fanno quello che la Fed gli permette senza se e senza ma. Se c’è da convincere il Congresso che liquidità è meglio che rigore lo si fa numeri alla mano.
In Europa si segue un’ altra linea, non solo per la trainante ideologia tedesca che vuole i conti pubblici a posto in ogni costo e l’inflazione sotto controllo, ma anche perché se si volesse agire diversamente toccherebbe mettere d’accordo una pluralità di visioni inconciliabili. L’Euro ha troppi padroni ed è impensabile auspicare che la direzione della Bce possa essere tanto decisa ed elastica quanto quella della Fed. E’ questo che impedisce all’Europa di seguire la strategia americana anticrisi.
I risultati fin ora sono in effetti drammatici, l’austerity sta creando malcontento sociale e pochi risultati se non quello di sistemare i debiti.
La lentezza con cui il vecchio continente si riprenderà e deciderà come farlo non piace agli americani.  La risposta a Obama che ci chiede di velocizzare per ora resta: No we can’t.

giovedì 10 maggio 2012

FotoNotte di Virgola


Merkel VS Eurobonds

La Bce pubblica il bollettino mensile. Il quadro è ovviamente negativo, il tasso di disoccupazione di marzo è stato del 10,9% , il PIL dell’ eurozona è sceso dello 0,2% e si prevedono ulteriori  flessioni.
La crisi c’è e si fa sentire, da Francoforte le raccomandazioni sono di continuare sulla strada del quadramento dei conti pubblici, incrementando la crescita attraverso riforme strutturali incisive, perché se il risanamento grava sulla crescita a breve, favorisce gli investimenti privati e la crescita a medio termine.
Si deduce quindi che nessuna bacchetta magica possa evitare questa via.
Ma gli Eurobonds? Come mai questo strumento di cui tanto si è parlato continua ad essere scacciato come la peste dalla Germania e di conseguenza dalla Bce?
Cosa sono gli eurobonds: ipotetiche obbligazioni del debito pubblico dei Paesi facenti parte dell' Euro, da emettersi a cura di un'apposita agenzia dell'Unione europea, la cui solvibilità sia garantita congiuntamente dagli stessi Paesi dell'eurozona.
Pro: la garanzia comunitaria renderebbe gli E-Bonds affidabili e sicuramente attrattivi per il mercato. Questo ridurrebbe ai minimi i tassi di interesse con il quali verrebbero immessi sul mercato e quindi la speculazione. I singoli paesi europei potrebbero indebitarsi, invece che direttamente sul mercato, tramite questo strumento, ottenendo risparmi sul costo dell’indebitamento e sulla stabilità finanziaria.
Contro: I paesi più virtuosi si caricherebbero di un onere non indifferente, quello di coprire il default eventuale di paesi dell’area a rischio (Grecia, Italia, Spagna). Inoltre legandosi indissolubilmente a debiti molto consistenti subirebbero una conseguente perdita di affidabilità sulla gestione del propio debito interno. Anche la condotta dei paesi meno virtuosi potrebbe propendere verso politiche fiscali e di bilancio ancor meno rigorose  in vista di un cuscinetto così rassicurante.

E’ presto detto che la convenienza per la cancelliera è zero.
Questa soluzione richiederebbe l’uniformità delle politiche fiscali tra i vari paesi europei, tale traguardo necessiterebbe di una modifica al Trattato e sopratutto ai poteri della Banca Centrale Europea.
La strada quindi sarebbe lunga e tortuosa seppur lo strumento garantirebbe non solo un importante passo avanti nella cooperazione dell’eurozona ma sopratutto un ancoraggio definitivo alla stabilità per economie troppo avvezze all’ indebitamento.
Quindi attenzione nel giudicare male la Germania che non prende in considerazione lo strumento passando per il cattivo del gruppo. Loro vogliono proteggersi e allontanarsi il più possibile dalle economie marcie. Questo strumento invece li legherebbe a doppio filo a  qualcuno di cui decisamente non si fidano.
Certo è che quando si è trattato di aiutarli a riunificare il Paese nei lontani anni ’80 nessuno si tirò indietro..lì però avevamo tutti da guadagnare. Oggi non so.


mercoledì 9 maggio 2012

FotoNotte di Virgola


Che succede al MAXXI?

Rassegna le dimissioni il trio a capo del MAXXI. Al via al commissariamento del museo, nominata Antonia Pasqua Recchia.
Ma cosa sta succedendo?
Pare che il museo abbia chiuso in negativo il bilancio 2011 e con i tagli alla cultura che hanno dimezzato il contributo del ministero alla fondazione, il buco per il 2012 dovrebbe raddoppiare.
Quindi via al commissariamento per far quadrare i conti con gli spiccioli rimasti.
Un pò di numeri per capirci di più: il Maxxi costa 10 milioni l'anno, l'autofinanziamento è del 59% grazie a visitatori e sponsor. Il contributo pubblico stanziato dal suo lancio è stato di circa 5 milioni l'anno, ridotto ora a 2 milioni per il 2012.
Quindi un taglio così netto a un museo assolutamente giovane impedisce di chiudere i conti senza il meno.
E' come comprare un vigneto e ancor prima che spunti l'uva dimezzare l'irrigazione.
Tanto per avere un'idea il Macba di Barcellona ha un budget di 12 milioni di cui il 75% pubblici. Il Metropolitan di NewYork riceve 11 milioni di dollari l'anno.
Noi invece costruiamo un museo innovativo, modernissimo, investiamo e invece di farlo crescere al punto di aumentare l'efficienza del suo autofinanziamento lo commissariamo spendendo altri soldi pubblici per rinnovare il CDA?
Questo non è economicamente vantaggioso per nessuno anzi, è un ulteriore spreco travestito da rimedio.
E la cosa più interessante della faccenda è che se ne è parlato poco e niente. Come al solito o si spulcia tra editoriali di decima pagina oppure nessuno si prende la briga di spiegare ai cittadini cosa fanno con i loro soldi e perché.
Aiutiamo il MAXXI a non ritrovarsi come il Valle..altrimenti ci toccherà occupare pure questo!

Crisi, giullari e quaquaraquà

"Lo stato negativo e per certi versi drammatico dell'economia italiana è figlio di una insufficiente attenzione prestata in passato alle scelte di lungo periodo per le riforme strutturali", dice Monti commentando la crisi che investe il paese e la pesante ondata di suicidi legata ad essa.
Basta far finta che è colpa di Lehman Brothers, della finanza, della Germania o dell' Euro.
La crisi in Italia è stata provocata da una scandalosa condotta di quelli che nello scorso decennio si sarebbero dovuti occupare di riforme e non lo hanno fatto.
Dovevamo riformare il mercato del lavoro, uniformare le pensioni all'Europa, diminuire la spesa pubblica in settori come la sanità e l'istruzione migliorando però l'efficienza. Bisognava fare una vera lotta alla corruzione e all'evasione fiscale. Bisognava permettere all'Italia di sostenere l'Euro dopo esserci entrata. Unificando le monete e legandoci a doppio filo con un tasso di cambio intoccabile bisognava proseguire nel costruire un'economia abbastanza solida da reggere questa scelta.
Oggi i conti sono in rosso e il mondo non è più disposto a finanziare il nostro debito, quindi il tanto temuto spread è indomabile. Tutto ciò condito da una crisi dell'Euro non tanto come moneta ma come concetto.
In Europa si respira aria di sfiducia per quello che negli anni '50 sembrava un progetto ambizioso e straordinario abbandonato a poco a poco anche dai pionieri.
E ora sta a chi i conti li sa fare, risanare in pochi mesi un'economia così assurdamente martoriata.
L'unico auspicio possibile è che tutti questi sacrifici ricordino agli italiani che a Palazzo servono cervelli e serietà non giullari e quaquaraquà.

martedì 8 maggio 2012

E' David per Cesare

Un bel progetto quello dei fratelli Taviani: portare il cinema dove non ti aspetteresti. Spingersi ben oltre ostacoli fisici e psicologici.
Il carcere è un luogo di cui si parla tanto ma che in pochi conoscono profondamente. E' così difficile trattare il tema senza scadere in banali dichiarazioni di principi o facili disapprovazioni.
L'arte è un buon modo per evitare la retorica. Prendi un copione (difficile), scegli un carcere (famoso), scritturi attori (che vivono in prima persona il dramma) e produci una pellicola da David.
A me personalmente il film è piaciuto, ho trovato importante l'esperimento e bella la possibilità di condividerlo con il grande pubblico.Un pò meno bella l'idea che metà del cast dopo le luci e i fasti si ritrova dietro una cella con una consapevolezza ancor maggiore di quello che patisce. E' forse una doppia punizione un'opportunità così? Meglio lustrini con timer o non conoscerli affatto? Chi è rimasto si porterà dentro l'arte, il messaggio intenso del copione o solo il rimorso per una vita che non hanno vouluto avere?

Cesare Deve Morire
Have a look
http://www.youtube.com/watch?v=HdNpnS4LQas

E' il Grillo day!?

Amministrative: un caos.
Ne esce fuori un Italia frammentata, scontenta ma decisa a cambiare un pò aria.
Via la Lega (ad eccezzione di Verona) poco PD e pochissimo PDL.
Movimento 5 stelle + liste civiche si ritaglia una buona fetta di consensi. Parma è il simbolo della ribalta e Serego il primo comune conquistato. Bene anche in altri comuni dove il consenso supera il 10 % .
Rivoluzione?GrilloMania?Antipolitica?
No. E' solo un test.
Siamo stufi dei vecchi carrozzoni..diamo una chance a chi si professa profeta di onestà e serietà. Questo spinge a dare fiducia al movimento. Discutibili i toni del leader, discutibile la demagogia e la serietà di chi di mestiere fa il comico. Però i candidati sono giovani, sobri, seri e entusiasti. Perché si serve l'entusiasmo per conquistare.
Quindi NO all'antipolitica e SI a tutte le forme di rinnovo e di sperimentazione.
Io non sono con Grillo ma apprezzo la visibilità che è riuscito a dare a un movimento che candida giovani preparati e all'apparenza fuori dai giochi di potere.
Non è il Grillo Day è solo un esperimento. E se non si sperimenta più con gli storici carrozzoni, qualcuno dovrebbe farsi qualche domanda e cominciare a rinnovarsi invece di etichettare con antipolitica tutto ciò che è fuori dagli schemi.

lunedì 7 maggio 2012

Oggi in Francia si volta pagina.
Il popolo d'oltralpe dice no a Mr. Bruni. Dice no a chi ha creato un doppio filo di austerity con la vicina Germania.
La scelta dei francesi ricade dunque su un'alternativa moderata, su un uomo socialista al punto giusto per rassicurare sulle tematiche dell'uguaglianza ma al contempo rafforzare la volontà di unità (che poco aveva caratterizzato il partito negli ultimi anni)
Ma la questione è : Hollande sarà davvero in grado di rispettare le sue promesse? La "Cancelliera" ha già espesso le sue perplessità, il rigore non si tocca. Pronta quindi ad accogliere il nuovo Presidente ma non ad abbandonare la sua linea. Il nuovo uomo della Francia ha un alleato di cui non può fare a meno ma che otacolerà, fino a prova contraria, il suo piano elettorale.
Poi c'è il fronte interno, un paese che non vuole clonare Italia e Grecia nella disfatta ma non ha un'economia abbastanza forte da guardar dall'alto in basso questa crisi. E quindi come affrontare il calo di produttività e il rilancio della domanda?
Anche i francesi acquisiti si aspettano risposte da Hollande, sulle pari opportunità, sul voto e sull'accesso al lavoro.
L'Europa e la Francia stessa staranno a quardare..sarà il Presidente che tutti si aspettano?

Nel frattempo un "Bravò" ai francesi che come al solito sanno punire chi sbaglia, cambiano ideaa e la fanno anche sentire.

Benvenuti su Virgola.
Qui si parlerà con la giusta irriverenza di tutto ciò che ci va.
Ci accusano di essere una generazione poco informata, poco interessata, poco attiva e poco incazzata.
Io dico che non è vero.
Cose da dire ce ne abbiamo e gli spazi dove dirle ce li creiamo - Ecco lo scopo del blog.