domenica 13 maggio 2012

Contro l'aborto Alemanno in prima fila

La manifestazione tenutasi oggi a Roma, "Marcia per la vita", ha radunato centinaia di persone appartenenti ad associazioni cattoliche, movimenti come Forza Nuova e Militia Christi etc..Insomma di tutto un pò.
Slogan del raduno : "Basta omicidi di stato", "Donne favorevoli all'aborto, donne assassine" e chi più ne ha più ne metta.
Oggetto della discordia la legge 194, che permette l'aborto entro i 90 giorni dal concepimento e nel quarto e quinto mese di gravidanza solo per scopi terapeutici. La legge, ormai in vigore dal '78, rappresenta il baluardo di anni di lotta femminista contro gli aborti illegali. Il principio che ne è alla base, è mettere la donna nelle condizione di esercitare un diritto in un contesto sanitario adeguato e tutelato. 
La polemica sull'etica di questa legge è antica almeno quanto la sua storia e il dissenso di tutte le associazioni cattoliche e partiti affini non è certo un mistero.
Perciò il diritto di manifestare si concede a tutti anche a chi utilizza una retorica obsoleta, a mio avviso. 
Il problema alla base della manifestazione è la scandalosa partecipazione con la fascia di sindaco di Gianni Alemanno. Liberissimo di partecipare come cittadino, come cattolico, come uomo di estrema destra o come militante ma NON come primo cittadino. Lui stamattina non ha rappresentato tutti noi in nome del diritto alla vita, alla pace o alla libertà, come si confà a chi ricopre cariche istituzionali. Ha rappresentato tutto il comune sullo sfondo di una manifestazione di estremisti.
Il patrocinio si concede a manifestazioni che sostengono lo Stato, i diritti politici e gli ideali laici NON a questo genere di iniziative.
Alemanno dichiara: "Io sono qui soltanto a dire che noi siamo per i valori della vita. Questa manifestazione è nata dal basso, senza nessuna sponsorizzazione politica, è veramente l'espressione di una domanda di vita''. Reputo inconcepibile e gravissima la sua presa di posizione sfilando accanto a radicali cattolici e organizzazioni xenofobe. 
Nessuno dovrebbe sfilare contro un sacrosanto diritto espressione di uno Stato laico, tantomeno il primo cittadino che quello Stato lo rappresenta.





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