venerdì 11 maggio 2012

Obama, No we can't

Corre la lancetta verso le presidenziali USA e Presidente è gia in piena campagna elettorale.
Dopo l’outing sui matrimoni gay ieri è toccato all’economia.
L’inquilino della White House ha annunciato i buoni segnali di ripresa dell’economia statunitense che rispetto al passato triennio ora si trova finalmente in surplus di bilancio (59 miliardi di dollari rispetto all’ aprile 2011).
Questo risultato è frutto di un impegno massiccio da parte delle autorità americane a sotegno della ripresa economica attraverso ingenti iniezioni di liquidità. La  strategia ha permesso alle banche di concedere prestiti per gli investimenti e quindi agli Stai Uniti di ripartire.
In Europa non sta andando propio così.  Obama punta il dito contro il vecchio continente, sostenendo che le politiche adottate fin ora non sono soddisfacenti e sopratutto ostacolano la ripresa USA. Uno dei maggiori partner commerciali statunitensi siamo noi, se qui la domanda si contrae e i consumi sono ai minimi, laggiù si vende meno.
La bocciatura USA è comprensibile. L’ America terra di pragmatici sognatori, dove il lavoro più che un dovere è  un diritto, non poteva non reagire. Si decide tutto e in fretta. Le Banche fanno quello che la Fed gli permette senza se e senza ma. Se c’è da convincere il Congresso che liquidità è meglio che rigore lo si fa numeri alla mano.
In Europa si segue un’ altra linea, non solo per la trainante ideologia tedesca che vuole i conti pubblici a posto in ogni costo e l’inflazione sotto controllo, ma anche perché se si volesse agire diversamente toccherebbe mettere d’accordo una pluralità di visioni inconciliabili. L’Euro ha troppi padroni ed è impensabile auspicare che la direzione della Bce possa essere tanto decisa ed elastica quanto quella della Fed. E’ questo che impedisce all’Europa di seguire la strategia americana anticrisi.
I risultati fin ora sono in effetti drammatici, l’austerity sta creando malcontento sociale e pochi risultati se non quello di sistemare i debiti.
La lentezza con cui il vecchio continente si riprenderà e deciderà come farlo non piace agli americani.  La risposta a Obama che ci chiede di velocizzare per ora resta: No we can’t.

Nessun commento:

Posta un commento