martedì 6 novembre 2012

Confusionando


Nel giorno in cui l’intero mondo guarda alle elezioni USA, aspettando una conferma o una smentita sul “vecchio” corso, a casa nostra continuano ad impazzare le polemiche.
Si tratta anche da noi di elezioni, di primarie per l’esattezza, di un partito che riesce ad essere tanto diviso e controverso tanto quanto i suoi candidati.

Bersani, Renzi, Vendola. Il vecchio, il nuovo e l’alternativo.
Tra i tre è in atto uno strano girotondo di polemiche su cosa faranno se e quando l’altro perderà, chi sarà ministro di chi, chi si alleerà con chi, chi pescherà da che cosa.
Uno offre esperienza, saggezza (bah) e qualche aggancio ai piani alti. Il nuovo offre gioventù, poca dimestichezza con giochetti di partito e presunta voglia di fare. L’alternativo fa l’alternativo e per ora gli basta così.
L’unica vera impressione che l’elettore disilluso di centro sinitra trae dal dibattito è la solita confusione. La piaga delle divisioni nella sinistra si percepisce fin dagli albori.
Questa non è l’America, dove le primarie sono all’ultimo sangue ma appena il candidato scelto diventa il leader, tutti si compattano con lui con l’unico obiettivo della vittoria alle elezioni.
Questo è il Paese dove ci si divide prima ancora di aver iniziato. Dove già, senza grandi sforzi, si può immaginare la vittoria di uno o dell’altro e l’immediato tradimento di chi dovrebbe sostenerlo.
Infatti Renzi ha gia sottolineato che se Bersani vincerà lui non metterà piede in Parlamento (almeno scongiureremo danni), Vendola ancora non ha capito dove buttarsi e Bersani pesca amici a destra e sinitra senza contare troppo sui suoi.
In questo quadro però, indipendentemente da di chi la spunterà, la domanda legittima è: saranno mai in grado di governare?
Tafferugli, sgambetti, alleanze, tradimenti questa è la storia del centro sinistra da circa un ventennio..
E quindi chi nel PD ci ha creduto, chi vedeva in un progetto liberal democratico il futuro del Paese, chi è pronfondamente riconoscente a ci ha consentito di entrare in Europa, oggi si trova a non fidarsi più né del partito né dei suoi candidati.
Troppi sbagli, troppi errori, troppe divisioni e quello che vediamo in questi giorni ce lo ricorda come un vecchio film.
L’augurio al trio non è tanto che vinca uno o l’altro ma che siano in grado di offrire una risposta UNICA alle esigenze del Paese, che siano in grado, guardando oltre il loro naso, di convincere che l’alternativa sono ancora loro ad un centro destra che affoga nella sua corruzione.
Se la fiducia è la chiave per uscire da questa crisi economica è con la stessa chiave che si uscirà dalla crisi politica.
Ma noi di chi ci fidiamo ancora?

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