Cari lettori, è
arrivata l’estate (finalmente) e con lei ritornano i suoi riti tipici.
Mare/sole/vacanze, puntate di Studio Aperto dove regnano solo
curve e bikini (aimé) e il ritorno dei bollettini traffico ogni 7 minuti su tutte le
radio.
Ma se da un lato
l’estate porta con se sorrisi e leggerezza, dall’altro abbiamo la pesantezza
infinita di un' Italia sempre più alla deriva.
Il governo misto
sembra immobile, i “salvatori” 5 Stelle pressoché spariti, le famose riforme
son in ferie e piovono condanne come ai tempi di mani pulite. Ce n’è per tutti,
politici, amministratori, calciatori e persino vigili urbani.
E oggi arriva una
nuova “bella” notizia: l'imponibile ogni anno sottratto al Fisco ammonta a 272 miliardi. Ciò piazza il nostro
Paese nella prestigiosa lista dei più “evasori” tra le economie avanzate.
Quindi non solo
risultiamo tra i più corrotti d’ Europa ma anche tra i più avversi al fisco.
La drammatica
conseguenza dei furbetti che non dichiarano e dei geni che rubano dalle casse
dello Stato ricade tutta su di noi.
Il gioco è
semplice e le regole sono più che chiare. Ci sono gli evasori che dichiarano zero e quindi versano zero. Questo zero si
moltiplica fino ad arrivare a un buco dei sopracitati duecento miliardi e oltre.
A questo punto
l’unica soluzione per evitare la banca rotta è aumentare la pressione fiscale,
che infatti dal 2002 ad oggi è aumentata di quasi tre punti percentuali.
E il cerchio si
chiude su i poveri onesti lavoratori, quelli che da un lato pagano le tasse
(volenti o nolenti) e le pagano sempre più alte, e dall’altro non usufruiscono
di nessun servizio pubblico decente visto che gli amministratori con i pochi soldi
che hanno giocano a fare i Pascià.
Risultato: classe
media sempre più povera e scontenta.
Purtroppo non è solo un problema politico, chiunque governi deve far l’equilibrista tra i conti
cercando di risparmiare e di aumentare gli introiti, quindi massacra l’unica classe di lavoratori che andrebbe tutelata.
Ma la
ripercussioni di tutto ciò son ancora più ampie.
Una pressione fiscale così
alta disincentiva gli investimenti industriali nel nostro Paese. L’esempio lampante
è Marchionne che fugge verso l’America
più veloce della luce con un’eccellenza italiana come la FIAT.
E quindi ricoperti di tasse, pieni di corruzione e con le industrie che scappano stiamo messi davvero male.
Per citare un tormentone estivo siamo un bollino nero peccato che non si tratta di autostrade ma della nostra economia.
Allora come lo
interrompiamo questo pericoloso turbinio di negatività?
E’ prima di tutto
una questione culturale.
Come facciamo a
insegnare agli italiani a pagare le tasse e ad essere onesti, soprattuto se
ricoprono cariche pubbliche?
Come possiamo
educarli al rispetto del nostro Paese inteso come popolo, come gruppo di
individui?
Dipende dagli
insegnamenti delle famiglie o della scuola? Con chi dobbiamo prendercela?
In attesa del capro espiatorio ci tocca rimboccare le maniche e tentare di tirare su questo Paese. Ci manca il foglio del come!? Beh iniziamo con chiedere lo scontrino e chissà che piano piano qualcosa cambierà!
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