lunedì 26 agosto 2013

TolleranzaZero

Leggere è uno dei piaceri della vita.
Scorrere frasi che si trasformano in immagini, emozioni, visioni, è la sintesi perfetta della fantasia.
Bella la sensazione di leggere una storia che lascia quella leggera smania di proseguire arrivati al punto. Quella deliziosa  voglia di continuare oltre il bianco, oltre la fine. Come una leggera assuefazione, una dolce dipendenza.

Questa poesia si interrompe quando si legge qualcosa di brutto, di triste o spiacevole, e con la stessa fantasia con la quale si corre via per i bei racconti ci impegnamo a fuggire via dalle immagini scure.
Ogni parola è un macigno e dal cervello si produce nel corpo un ribrezzo, una sensazione reale, come se quello schifo ci stesse toccando personalmente, fosse lì accanto a noi.

Ebbene questa pelle d'oca accompagnata da rabbia per ogni singola parola che leggo nei quotidiani, si sta diffondendo in me con la stessa intensità di un virus.
Leggo e rileggo la stessa identica notizia e la mia fantasia non mi aiuta, anzi. L'unica cosa che vorrei è cancellare tutte queste lettere e riscrivere la storia politica del nostro Paese.

Se si potesse cancellare tutto come fosse un'enorme lavagna lo farei.

Cancellerei il Signor Berlusconi e i suoi interminabili insulti alla legalità. Cancellerei i suoi seguaci che sembrano tanti soldatini disperati. Cancellerei chi non si sta occupando della nostra economia, della nostra scuola, della sanità e del lavoro perché troppo impegnato a litigare su come gestire una vergogna.
Cancellerei gli stipendi milionari perché nessun politico sta lavorando per noi ma per i loro sporchi comodi.
Cancellerei l'onore di tutto questo gruppo di corrotti impedendogli anche il diritto di parola.
Cancellerei le più gravi conseguenze economiche che questa ennesima crisi di governo provocherà.
Cancellerei i debiti di milioni di famiglie senza lavoro e senza futuro.                                                                    

Non cancellerei solo una frase: la legge è uguale per tutti.







venerdì 2 agosto 2013

Uno dentro - Una fuori

Inutile spendere parole o commenti, ormai superflui, su una condanna (se pur simbolica) che arriva dopo anni  di latitanza.
Purtroppo non saranno 12 mesi a fermarlo e nemmeno l'eventuale interdizione dai pubblci uffici.
Certamente si macchia ufficialmente la fedina penale del Cavaliere (ex), certamente per un pò ce ne libereremo ma come espressamente detto da lui non ha intenzione di mollare.
Il suo video autoclebrativo, offensivo, manipolatore, in diretta su tutte le sue reti, dice molto di più di qualsiasi commento.
Serve dignità prima di tutto nella vita. Silvio in quel video non ne mostra neanche un pò.
Che poi la sentenza sia bizarra, il capo d'accusa forse insolito potrebbe essere anche vero ma come si fece con Al Capone, si punta sul fisco per punire tanto altro.
Credo che ad oggi la dignità non debba essere solo di Silvio ma anche dei "suoi", di quelli che vorrebbero far cadere il governo in nome di una giustizia ingiusta come se fossimo nel Medioevo e i giudici non fossero altro che casuali giudicanti senza competenza.
A voi cari seguaci del Pdl la prossima mossa e poi agli elettori quella successiva. Ascoltate e valutate se questo gruppo che si stringe compatto attorno all'ombra di un leader condannato, possa davvero rappresentare i vostri interessi e quelli del Paese.

Ma se in casa si esulta o si piange per questa sentenza dall'altra parte del Mediterraneo una donna esce finalmente dal carcere.
Amina, attivista femen imprigionata a Maggio per aver manifestato contro l'integralismo è finalmente fuori e dovrà affrontare un processo lungo e difficile per giustificare una protesta giusta in un Paese ingiusto con le donne.
Da oggi riabbraccia i suoi cari e si prepara alla lunga battaglia. Buona Fortuna Amina.


Permettetemi di celebrare questa piccola bella notizia e stendere un velo nero sull'altra.