martedì 31 marzo 2015

SIAE & Sanremo: le strane coincidenze

Febbraio 2015, a causa degli scandali sulla presunta evasione da 2 milioni di Euro di Gino Paoli verso il fisco italiano, il cantautore si dimette da Presidente della SIAE. (Vedi anche: Gino Paoli)
Il 18 marzo, il Consiglio di Sorveglianza della SIAE nomina Filippo Sugar nuovo Presidente.
Il neo nominato è giovane ed in carriera e si occupa di musica dalla nascita essendo il figlio di Caterina Caselli nonché Presidente della casa discografica di famiglia: la Sugar.
Fin qui nulla di strano, il rampollo della famiglia Caselli-Sugar è un candidato ideale.
La strana coincidenza riguarda però la tempistica. Solo un mese prima, nel corso dell'ultima edizione del Festival di Sanremo, in entrambi i podi hanno trionfato due "figli" della Sugar.
Malika Ayane si è aggiudicata il terzo posto nella categoria Big e Giovanni Caccamo ha vinto nella categoria giovani.
E' noto che la vittoria del Festival comporta "solo" la gloria, tanta visibilità, tante ospitate e tante vendite dei dischi. I dischi in questione sono di propietà della Sugar e quindi saranno loro, in base ad accordi con gli artisti, ad incassare gran parte di questi proventi.
Inoltre essendo il Signor Filippo Sugar anche il Presidente della SIAE incasserà un gettone di presenza per i Consigli che è tenuto a presiedere ed altre remunerazioni che secondo l'articolo 8 dello Statuto non possono eccedere lo 0,6% del valore della produzione della Società. (vedi statuto: SIAE).
La produzione di cui sopra è composta però dai proventi incassati per i diritti degli autori/editori etc. di cui la SIAE trattiene una parte di guadagni per assolvere le sue funzioni. Non ci vuole molto a capire quindi che più si è nel business della musica e più è conveniente essere anche nella gestione dell'ente che la regola, così si guadagna da entrambi i lati (produzione e gestione).
Non che ci sia nulla di illegale  ma la coincidenza è strana, che si sapesse già che il Signor Sugar sarebbe stato eletto e quindi i suoi artisti son stati trattati con particolare riguardo durante l'ultima edizione del Festival?
Non ci è dato saperlo e soprattutto provarlo, fatto sta che nessuno ha pensato di far notare la coicidenza che secondo me merita una riflessione.









martedì 24 marzo 2015

Le 10 domande che non avete mai osato fare ad un cinese

In occasione di una cena informale tra le mura domestiche, mi è capitato di sedere in tavola con due ragazzi cinesi, di Pechino precisamente, giovani e molto simpatici*.
Ho approfittato per far due chiacchiere più approfondite con loro, mi incuriosisce molto l'idea dei giovani cinesi riguardo l'occidente e la stessa Cina.

1. Cosa pensate della situazione di Hong Kong?
R. Per noi la situazione di Hong Kong è stata travisata dai media occidentali, sicuramente le proteste ci sono state e gli scontri son stati forti. Il governo cinese sta cercando di controllare di più la città ma le proteste non nascono dal basso come vogliono farvi credere, siamo sicuri ci siano forze occidentali o di opposizione al governo centrale che usano gli studenti e li fomentano.
In aggiunta, Hong Kong negli ultimi anni ha perso potere rispetto a Shanghai o Pechino, non è più la città più ricca della Cina e questo cambiamento dello status quo ha destabilizzato i cittadini dell'isola.


2. Cosa pensate dello sviluppo economico della vostra nazione?
R. Siamo cresciuti tanto, lo sviluppo cinese degli ultimi anni non ha precedenti. Ma la verità è che son cresciute le città che son diventate metropoli commerciali ma non le campagne. Nelle nostre campagne ci sono ancora analfabeti che non leggono, non possono informarsi e non hanno una formazione. Tanto è stato fatto ma molto deve essere ancora fatto per portare lo sviluppo fuori dalle arterie del paese.



3. Cosa vuol dire per voi democrazia?
R. La democrazia è sicuramente un valore importante che ha reso grande l'Occidente ma ciò che è valso per voi può non valere per noi. Noi abbiamo il nostro modello, se il nostro paese ha bisogno di crescere ad altri ritmi è giusto così.

 4. Credete che la Cina sia un paese libero?
R. Abbiamo un concetto di libertà diverso dal vostro. Siamo nati in un altro contesto. Per noi essere qui in Italia a studiare vuol dire libertà ad esempio, cosa che non era possibile in passato. Ci sono molti limiti nel nostro paese ma viaggiare ci permette di vederli in un' altra prospettiva. La libertà che voi credete di esportare e vorreste vedere da noi non può funzionare. Crediamo ci sia molta presunzione da parte del "West" di cosa è giusto o sbagliato.



5. Cosa invidiate all'occidente?
R. Il vostro modo di divertirvi, la vostra libertà intesa come svago. Qui vi godete la vita parecchio noi lavoriamo tanto, troppo.
6. Cosa non invidiate?
Silenzio. Poi dopo qualche secondo mi rispondono.
R. Non invidiamo il vostro sistema economico che sembra aver fatto tilt.


7. Che ruolo avranno le giovani generazioni nel cambiamento del vostro paese?
R. Noi giovani siamo aperti, cerchiamo di informarci e riconosciamo alcuni limiti del nostro paese. La gente da noi deve pagarsi la sanità e chi è povero non si può permettere nulla. Lotteremo per cambiare questo sistema. La politica dovrà adattarsi.


8. Cosa non potete fare a casa vostra che invece fate qui?
Risata.
R. Non possiamo perdere tempo e guardarci intorno, i ritmi son ferratissimi. Qui invece..!




9. Credete nell'efficacia della limitazione di internet in Cina?
R. Questa è un'assurdità, chiunque in Cina può accedere ai siti proibiti se ha un minimo di conoscenze. Esistono mille modi per accedere a Facebook/Twitter e guardare la BBC. Chi vuole riesce a farlo, quindi è abbastanza inutile. Serve a limitare chi ha già mezzi limitati, tutti gli altri accedono a qualsiasi cosa.
10. Prime impressioni sull'Italia?  
R. Bellissima




*I ragazzi di cui riporto le risposte sono due ventitrenenni studenti di ingegneria al Politecnico di Milano. Le risposte sono state date mentre mi offrivano ottimi piatti cinesi in un'atmosfera del tutto distesa. Li ringrazio per la cena e per la disponibilità ad uno scambio così interessante su temi molto delicati.






venerdì 20 marzo 2015

Mario Draghi a Masterchef: la ricetta del quantitative easing come un filetto in crosta!



E' da poco terminato il popolarissimo reality culinario, che tra polemiche e scandali, si è confermato essere il format più azzeccato degli ultimi anni.

Cosa c'entra Mario Draghi con questo show?
Il Quantitative Easing presentato della Bce è stato accolto come una magica ricetta che possa far ripartire l' Europa.
Facciamo chiarezza su come questo “regalo” possa salvarci aiutandoci con la cucina (visto che il format tira)!
Immaginiamo che Draghi sia un concorrente di Masterchef e il “pressure test” per lui è questa disastrosa situazione europea in cui l'inflazione è a zero e la crescita è sparita. Praticamente è come cucinare un filetto in crosta con prodotti di scarsissima qualità in un fornelletto da campeggio invece che nell'attrezzatissima cucina del programma.
La ricetta che ci propone Mario in queste difficili condizioni si chiama Qe.
La ricetta del Qe
- Tempo di realizzazione: 1 anno e 6 mesi (Marzo 2015 – Settembre 2016)
- Ingredienti & Quantità:
·         Acquisto dei titoli pubblici e privati dei paesi: a volontà
·         Liquidità: 1.140 miliardi di Euro
·         Riforme strutturali da parte dei paesi: a piacimento, si consiglia di abbondare
- Modalità di preparazione:
1.      La banca centrale comprando titoli genererà moneta per pagarli. L’Euro si deprezzerà, perché ci sarà molta moneta in circolazione e dovrebbe dunque perdere terreno rispetto al dollaro. Questo avrà come diretta conseguenza uno slancio favorevole per le esportazioni dell’euro-zona.  Questa spinta favorevole verso l’export dovrebbe agevolare la crescita nel medio - lungo periodo.
Paragonando la cosa al filetto, vorrebbe dire metterlo in una padella molto calda per far arrostire ben bene l'esterno (beneficio all'export).


2.      Se da un lato ci sarà il beneficio legato alle esportazioni, dall’altro le banche avranno maggiore liquidità da spendere in investimenti. La circolazione del credito da parte delle banche verso l’imprenditoria si è praticamente congelata durante gli ultimi anni neri della crisi, la Bce permetterà alle banche nazionali di avere maggior respiro attraverso l’iniezione di liquidità. La moneta è la crosta del nostro ottimo filetto che protegge la soffice carne.




3.      L'ingrediente di cui si dovrà abbondare sono le riforme dei vari paesi coinvolti. Non dobbiamo dimenticare che Draghi non ha questo ingrediente a disposizione, sta cucinando al pressure test. L’unico ingrediente, il suo filetto, è la moneta. La ricetta avrà un gustoso sapore solo se i paesi faranno le riforme fiscali necessarie per moltiplicare l’effetto positivo di questo shock.
Le riforme sono il tocco perfetto per il nostro filetto: la salsa bernese



Non ci resta che dar tempo al concorrente di metterla in pratica, l’ultima parola come sempre andrà ai giudici: i mercati.

lunedì 16 marzo 2015

Per AlternotePlus, intervista ai DeadBouquet

Un gruppo rock con tanta energia e buona musica, la mia intervista!

Le interviste di Alternote Plus Dead Bouquet by Alternote Plus on Mixcloud

Cosa vuol dire per te Europa? Le vostre risposte al sondaggio!

L' Europa Unita è nel mirino da tempo considerata la difficile crisi economica che stiamo passando e la turbolenta situazione geopolitica con l'est.
L'intento del sondaggio è quello di fotografare qual'è la percezione dell'Europa e del suo futuro da parte della mia generazione. 
Hanno risposto infatti per il 60% persone tra i 25 e i 35 anni, per il 25% tra i 15 e i 25 e per un restante 15% over 35. Possiamo quindi concludere che il campione rappresenta maggiormente giovani di età compresa tra i 15 e i 35 anni.

L'identià europea, secondo la maggioranza delle risposte, passa attraverso i confini aperti e  la moneta unica.

            La prima cosa a cui penso immaginando l'Europa
50 rispondenti / Non risposto: 0
 Cosa ti fa sentire davvero europeo?
50 rispondenti / Non risposto: 0

Una maggioranza decisa pensa che l'uscita dall'Euro, nonostrante la crisi, non sia un'opzione percorribile.

Alcuni politici italiani e di altri paesi UE paventano la possibilità di uscire dall'Euro, credi sia una buona idea?
48 rispondenti / Non risposto: 2
Alcune paure invece sussistono per la rencente crisi ucraina,  che porta anche sfiducia nel progetto politico europeo e per la crisi economica.

La situazione in Ucraina può minare la stabilità dell'Europa Unita?
40% per SI e No. 20% per Non ne ho idea. 50 Rispondenti / Non risposto: 0
La crisi economica ti ha fatto perdere fiducia nel concetto di Europa unita?
55% Si, 45% No. 50 Rispondenti / Non risposto: 0

Nonostante le paure e la sfiducia derivante dall'attuale situazione economica e politica, questo target di rispondenti giovani, plausibilmente cresciuti con un concetto di Europa Unita più forte della precedente generazione, non trova utopica la realizzazione di un progetto politico comune per l'Europa.

50 Rispondenti / Non risposto: 0
Concludo con soddisfazione che i risultati di questa indagine riflettono che l'Europa Unita sia un progetto polico ed economico fortemenete radicato tra le nuove generazioni.
I lettori che hanno risposto hanno tutti visitato un paese europeo per motivi di studio o di lavoro (70%) oppure per turismo (30%).

Grazie per la partecipazione e per avermi confermato alcune idee su come noi (under 30) viviamo il concetto di Europa.










sabato 14 marzo 2015

L'Italia Cenerentola D'Europa


Cosa hanno in comune i produttori italiani e la più servizievole dei personaggi Disney? La sfiga.

Ebbene sì, all'ennesimo dato incoraggiante arrivato da Confidustria sull'export italiano* (+3% annuo tra il 2000 e il 2014 rispetto al 3,5% dei tedeschi) ce n’è un altro esasperante. Se da un lato il made in Italy ha fatto un balzo in avanti nonostante la crisi stando al passo con la Germania, dall'altro il costo del lavoro è aumentato annullando parte di questo strepitoso risultato.

Le nostre sorellastre, tornando a Cenerentola, sono le tasse sul lavoro e la scomparsa degli investimenti. L’industria italiana ha dimostrato di sapersi battere sul mercato puntando sulla qualità dei prodotti e sui mercati emergenti; proprio Cenerentola si faceva in quattro per sorelle e topolini ed era vessata per gelosia, noi rimaniamo imprigionati per stupidità ed inettitudine dei nostri politici.

Per una volta che avremmo potuto minimamente gioire facendo una pernacchia ai tedeschi, (perché loro sì, saranno pure rigorosi, ma i nostri prodotti piacciono tanto) non ci siamo potuti togliere neanche questa soddisfazione.

Certo, nella favola c’è la scarpetta di cristallo a salvar la poveretta e noi l’occasione di sfoggiarla l’avremmo pure: il nostro gran ballo a corte è l’Expo. Ma ci manca il principe!

Renzi? Non solo non ci siamo a prestanza fisica ma neanche ad onore. Il premier somiglia più alla matrigna cattiva visto che non fa altro che omettere dall'agenda politica la riduzione del costo del lavoro. Ci resta quindi solo la fatina in cui sperare, che sia di destra o sinistra non importa, purché tolga dalla prigione della torre la nostra splendida Italia.

domenica 8 marzo 2015

Le 10 domande che un romano ha sempre per un milanese

1- Prima cosa di tutte, ma perché diavolo mettete quel "la" difronte ai nomi? Suona male!

   2 - Ma i nostri cornetti sarebbero le vostre brioche?


        3 - Come vi è venuto in mente di chiamare un posto a 300 km da voi Milano marittima?


 4 - Come mai voi andate agli happening e noi agli eventi?



     5 - Possibile che non sapete la differenza tra amatriciana e gricia?


 6 - Ma per ape si intende l'insetto?
       Ahhhhh l'aperitivo!!




           7 - Cosa vuol dire pirla?








8 - Ma i loft per voi sono case?


9 - L'alta moda per voi è come Totti per noi?


  
10 - Ma veramente pensate che Milano è più bella di Roma? 
 




sabato 7 marzo 2015

Giù il prezzo del petrolio, ma la benzina? Gli impegni europei e i silenzi di Renzi.


Un risparmio per l’Italia di 24 miliardi di euro l’anno. Secondo Confindustria è questo il “regalo” legato al crollo del prezzo del petrolio nell’ultima parte del 2014. Da 108 dollari medi al barile il prezzo è arrivato a 45 dollari negli ultimi mesi dell’anno.

Ma quanto di questo presunto risparmio tocchiamo con mano facendo il pieno?

Assopetroli e Figisc-Confcommercio sostengono che in media nel mese di dicembre 2014, quando i prezzi dei carburanti hanno raggiunto i minimi da oltre cinque anni, il fisco ha pesato per il 64,45% sul prezzo della verde. Cosa sta succedendo?

Le ripercussioni del ribasso del greggio su tutti i paesi importatori saranno importanti, sia sul versante di risparmio netto nella bolletta petrolifera, sia sul risparmio derivato dall’importazione di altri prodotti come il gas.

L’importante vantaggio come si dovrebbe ripercuotere in termini pratici nelle tasche degli italiani?

Il risparmio netto del nostro paese sull’acquisto di petrolio è stimato dal Centro Studi di Confindustria in 2.114 miliardi di dollari annui. Questo è uno stimolo esogeno ai consumi e agli investimenti.

Continuando con i numeri, il vantaggio è previsto che influisca sulla crescita del PIL italiano di 0,6% nel 2015 e dell’1,1% nel 2016 sulle stime.

Alla luce di questi dati incoraggianti il governo tace. Sebbene l’Italia benefici di questa spinta, la spesa delle famiglie italiane potrebbe essere aiutata in maniera significativa azionando un moltiplicatore semplice: la detassazione. 

Le tasse sul principale derivato del greggio, la benzina, sono rimaste invariate. Seppur i consumatori traggono vantaggio da questa discesa lo fanno in misura minore rispetto agli altri paesi europei, dove le accise sono decisamente più basse.  Come si evince dal grafico riportato, l’Italia è sempre al primo posto quando non dovrebbe esserlo. La tassazione, anche in questo caso, peserà come un freno invece che come un traino.


Fonte: OpenMag.org. In rosso il diesel e in azzirro la benzina


I governi degli ultimi cinque anni hanno aumentato le accise 10 volte e due volte l’Iva. Ad oggi, secondo i dati dell’Unione Petrolifera, l’84-85% degli aumenti registrati dal 2010 sono stati di natura fiscale. 

In questo contesto, il governo ha previsto ulteriori aumenti fino al 2021 a causa di altre clausole di salvaguardia del patto di stabilità contenute in vari provvedimenti legislativi per un totale di 2,5 miliardi (3,2 se dovesse scattare la clausola del decreto Imu).

L’Europa veglia come un falco sull’operato italiano, se il Governo nel 2015-2018 non riuscirà a rispettare i vincoli di bilancio potrà aumentare le accise sui carburanti e l'Iva per un totale di 53 miliardi in tre anni. Renzi si è ben guardato dal pubblicizzare questo dettaglio che svelerebbe i tranelli dietro la pseudo tregua con Bruxelles.





giovedì 5 marzo 2015

Per AlternotePlus, la mia intervista a Pia Tuccitto

Lei è un'autrice strepitosa, sua "E.." cantata da Vasco e tanti altri successi di Patty Pravo e Irene Grandi. Ci siamo fatte una bella chiacchierata sul suo progetto inedito, sulle sue celebri collaborazioni e  sul futuro!