Cosa hanno in comune i
produttori italiani e la più servizievole dei personaggi Disney? La sfiga.
Ebbene sì, all'ennesimo
dato incoraggiante arrivato da Confidustria sull'export italiano* (+3% annuo tra
il 2000 e il 2014 rispetto al 3,5% dei tedeschi) ce n’è un altro esasperante.
Se da un lato il made in Italy ha
fatto un balzo in avanti nonostante la crisi stando al passo con la Germania,
dall'altro il costo del lavoro è aumentato annullando parte di questo
strepitoso risultato.
Le nostre sorellastre,
tornando a Cenerentola, sono le tasse sul lavoro e la scomparsa degli
investimenti. L’industria italiana ha dimostrato di sapersi battere sul mercato
puntando sulla qualità dei prodotti e sui mercati emergenti; proprio Cenerentola
si faceva in quattro per sorelle e topolini ed era vessata per gelosia, noi rimaniamo
imprigionati per stupidità ed inettitudine dei nostri politici.
Per una volta che avremmo
potuto minimamente gioire facendo una pernacchia ai tedeschi, (perché loro sì, saranno
pure rigorosi, ma i nostri prodotti piacciono tanto) non ci siamo potuti togliere
neanche questa soddisfazione.
Certo, nella favola c’è
la scarpetta di cristallo a salvar la poveretta e noi l’occasione di sfoggiarla
l’avremmo pure: il nostro gran ballo a corte è l’Expo. Ma ci manca il principe!
Renzi? Non solo non ci
siamo a prestanza fisica ma neanche ad onore. Il premier somiglia più alla
matrigna cattiva visto che non fa altro che omettere dall'agenda politica la
riduzione del costo del lavoro. Ci resta quindi solo la fatina in cui sperare,
che sia di destra o sinistra non importa, purché tolga dalla prigione della
torre la nostra splendida Italia.
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